venerdì 30 settembre 2016

Deutsche Bank nella tempesta, per Berlino e Francoforte l’inazione non è un’opzione

L’istituto tedesco arriva a perdere quasi il 9% a Francoforte, poi rimbalza. E l’euro scende sotto quota 1,12 sul dollaro. il Ceo Cryan rassicura: banca solida. Oggi il Consiglio di sorveglianza di Commerzbank sul piano di ristrutturazione da 9.600 tagli










FRANCOFORTE.
Per la terza volta dall'inizio del 2016, Deutsche Bank è investita da violente turbolenze di mercato. La prima era stata a cavallo fra gennaio e febbraio, quando i mercati avevano addirittura messo in dubbio la capacità della più grande banca tedesca di pagare le cedole sul suo debito subordinato, la seconda a luglio, la terza in queste ore. La causa occasionale di quest’ultima tempesta è la richiesta del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti di una multa di 14 miliardi di dollari per scorrettezze nella vendita di titoli cartolarizzati, il che ha sollevato molti dubbi sull'adeguatezza degli accantonamenti e quindi del capitale di Deutsche Bank. Molti hedge fund hanno assunto posizioni corte sulle azioni e altri hanno sospeso o ridotto l'attività con la banca.


LO SCENARIO  29 settembre 2016
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Le cause più profonde del malessere della banca vanno però ricercate altrove. L'ultima vicenda legale negli Stati Uniti non è che l'ennesima di una lunga serie di controversie giudiziarie e di scandali, di cui ancora non si vede la fine, né è possibile quantificare interamente la portata per i conti di Deutsche Bank. Più fondamentalmente, gli investitori sono oggi molto scettici sul futuro della banca anche perché non vedono una strategia definita per portarla fuori dal guado. L'amministratore delegato John Cryan, insediatosi ormai più di un anno fa con la fame del tagliatore di costi, non è ancora riuscito a convincere i mercati. Anche stamane, le sue rassicurazioni in una lettera ai dipendenti, che la banca è solida sotto il profilo patrimoniale e della liquidità, e che il tutto è il prodotto di una “percezione sbagliata”, non possono bastare.

CRISI BANCARIE  30 settembre 2016
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Al di là di quel che farà il vertice della banca, ci si interroga ora su quale ruolo potrà giocare la politica tedesca. A un anno dalle elezioni, ogni aiuto pubblico alle banche potrebbe rivelarsi tossico per il cancelliere Angela Merkel e questo ne limita le opzioni. Un sondaggio d'opinione appena diffuso rivela che il 70% degli interpellati è contrario a mettere soldi pubblici nelle banche. Non va dimenticato che la Germania è stato il Paese che maggiormente ha utilizzato i soldi dei contribuenti per tirar fuoi dalla crisi le proprie banche nel 2008-2009.

“Il problema può andare al di là di Deutsche Bank e coinvolgere la stabilità finanziaria della Germania e dell'Europa”



D'altra parte, il Governo difficilmente potrà permettersi di veder scivolare verso l'emergenza o il collasso il più grande istituto del Paese, che oltre tutto, come ha sostenuto recentemente il Fondo monetario, è quello che il potenziale impatto sistemico più grande nel mondo per la sua interconnessione.
Il problema può allora andare al di là di Deutsche Bank e coinvolgere la stabilità finanziaria della Germania e dell'Europa. Per Berlino e Francoforte, l'inazione non è un'opzione.

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